Regolamento didattico UrbS

Art. 1

Oggetto

  1. Il presente Regolamento disciplina gli aspetti organizzativi del Corso di Studio in Urbanistica Sostenibile/Sustainable Urbanism (classe L-21 R- Scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica e ambientale). Il Corso di Studio in Urbanistica Sostenibile afferisce al Dipartimento di Architettura. Il CdS è tenuto in italiano. La modalità di erogazione del corso è convenzionale.
  2. Il CdS è retto dalla Commissione di Coordinamento Didattico (CCD), ai sensi dell’Art. 4 del RDA.
  3. Il Regolamento è emanato in conformità alla normativa vigente in materia, allo Statuto dell’Università di Napoli Federico II e al Regolamento Didattico di Ateneo.

Art. 2

Obiettivi formativi del Corso

Il CdS mira a formare laureate e laureati in grado di analizzare e interpretare dinamiche urbane, territoriali e ambientali per offrire materiali di base e supporto tecnico a piani, politiche e strumenti in grado di innescare processi di sviluppo territoriale sostenibile nei quali oggi giocano un ruolo strategico le dimensioni ecologiche ed ambientali e le sfide della cultura digitale.

Si fa riferimento a 3 principali filiere tematiche indispensabili per sviluppare un approccio processuale e sistemico ai temi dello sviluppo territoriale e per declinare coerentemente e in tutti i suoi aspetti (ecologici, economici e sociali) il principio della sostenibilità.

1. Le competenze di tipo urbanistico e territoriale caratterizzano laureate e laureati in grado di operare nel campo delle dinamiche socio-economiche di sviluppo urbano e regionale e in quello dei processi decisionali relativi a piani, progetti, programmi e politiche pubbliche volti a regolare e trasformare gli spazi fisici, specialmente in riferimento alle pratiche innovative di rigenerazione urbana, allo sviluppo di forme di economia circolare, alla innovazione sociale, alle potenzialità fornite dalle ICT.

2. Le competenze di tipo ambientale mirano a formare laureate e laureati consapevoli del funzionamento dei cicli ambientali in relazione ai contesti urbanizzati o naturali, in grado di supportare azioni strategiche sull’ambiente costruito, di misurarsi con il tema dell’uso o del riuso efficiente delle risorse materiali, energetiche ed economiche, di valutare gli impatti legati agli usi del suolo e ai contesti territoriali e paesaggistici, alla mobilità sostenibile e ai cicli di vita di tecnologie, processi e sistemi integrati, in grado di operare nel campo delle strategie di mitigazione e di adattamento climatico indispensabili per la salvaguardia di territori fragili e la difesa di comunità vulnerabili, nonché di utilizzare in concreto gli approcci analitici e interpretativi orientati a declinare il tema della resilienza entro una prospettiva di giustizia spaziale, ambientale e climatica.

3. Le competenze relative alla Information and Communication Technology sono rivolte a formare tecnici attenti al tema delle tecnologie abilitanti, in possesso di conoscenze e abilità essenziali nel campo delle strategie di comunicazione digitale e di azione in rete, delle tecniche di estrazione, trattamento ed elaborazione di grandi insiemi di dati, nonché capaci di interagire con i sistemi intelligenti contribuendo, alla costruzione di approcci multidisciplinari all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Coerentemente con questa impostazione, l’insieme di insegnamenti previsto mira a fornire conoscenze e competenze utili:

‒ a comprendere fenomeni ecologici e ambientali in relazione al loro impatto su spazi urbani, territori e paesaggi (soprattutto insegnamenti relativi a ecologia, landscape ecology, sistemi ambientali);

‒ a saper interpretare processi di pianificazione spaziale e di sviluppo territoriale e intervenire in essi (soprattutto insegnamenti di pianificazione urbanistica, landscape design, economia di impresa, sociologia dei processi digitali, storia della città e del paesaggio, architettura e interpretazione della città, valutazione ed economia urbana);

‒ a utilizzare in modo esperto le più innovative tecniche – digitali e non – di indagine, interpretazione, rappresentazione, progettazione e comunicazione di fenomeni territoriali complessi (soprattutto insegnamenti e moduli di laboratorio centrati sull’uso di sistemi GIS, tecniche di mapping e di simulation, tecniche qualitative di osservazione e ascolto attivo delle comunità insediate, tecniche per facilitare l’interazione, tecniche per il trattamento di conflitti, metodi e modelli di valutazione del tipo LCA, sistemi di supporto alle decisioni);

‒ a sviluppare elaborazioni di dati utili all’azione nel campo dello sviluppo territoriale (soprattutto insegnamenti e moduli di laboratorio centrati su operazioni di estrazione ed elaborazione su base statistica di dati forniti da fonti diverse e di natura differente: dai dati censuari, ai dati sulla mobilità, alle immagini, ai big data).

Il CdS si propone di offrire una formazione di base che permetta alle studentesse e agli studenti di accedere direttamente al mondo del lavoro come “pianificatore junior”, o di proseguire il percorso formativo con una laurea magistrale nei campi della pianificazione territoriale, della progettazione urbanistica e del paesaggio, della progettazione di politiche urbane, di azioni e strategie per lo sviluppo sostenibile del territorio e di programmi integrati di tipo europeo.

Il percorso formativo è articolato in semestri che comprendono insegnamenti di tipo frontale, corsi integrati e attività laboratoriali complessivamente dedicati all’acquisizione progressiva di conoscenze e capacità di comprendere il funzionamento di contesti urbani e territoriali in una prospettiva di sviluppo sostenibile socio-economico e ambientale.

In particolare:

— Nel primo anno l’attenzione è posta sui linguaggi di base. Gli insegnamenti privilegiano dunque la logica matematica e il calcolo, la logica e le potenzialità delle ITC, la rappresentazione. Le altre attività riguardano i diversi modi di concettualizzare la città e il territorio mettendo al lavoro conoscenze provenienti dal campo ecologico-ambientale e della storia della città e del paesaggio.

L’attività pratica (laboratorio) del primo anno è dedicata alla interpretazione dei contesti territoriali e, in particolare, alle diverse tipologie di indagine territoriale e all’interpretazione dei caratteri insediativi del territorio. È prevista un’attenzione alle tecniche di comunicazione, anche multimediali, utili a restituire a pubblici differenziati i risultati del lavoro di analisi del territorio.

— Nel secondo anno l’attenzione è rivolta al territorio come spazio fisico e socio-economico, da indagare utilizzando conoscenze riferite ai campi della pianificazione urbana e territoriale, dell’architettura, delle dinamiche dei processi di sviluppo sostenibile. Particolare attenzione è rivolta ai fenomeni di trasformazione in atto nel mondo contemporaneo, e dunque anche alle conoscenze integrative che possono aiutare lo studente a comprendere meglio il territorio dal punto di vista economico attraverso la conoscenza del funzionamento delle reti territoriali, l’utilizzo di sistemi informativi territoriali, il governo territoriale all’intersezione fra tecnica urbanistica e diritto urbanistico e dell’ambiente.

L’attività pratica (laboratorio) del secondo anno è dedicata a pianificare per la sostenibilità, con particolare attenzione alla scalabilità di approcci di pianificazione e modelli di governance multilivello che, nell’incorporare le logiche dettate da politiche, piani e programmi ambientali validati nel contesto della transizione europea, ne misurano l’applicabilità ai contesti indagati, interagendo con i tradizionali piani e programmi urbanistici La prospettiva dello sviluppo sostenibile è esplorata attraverso metodi di valutazione indirizzati alla condivisione di scenari trasformativi ispirati al benessere e alla salute come beni comuni e a letture morfologiche dei contesti studiati.

— Nel terzo anno l’attenzione è rivolta alle diverse possibilità di innescare processi integrati di sviluppo territoriale, trasformazione e rigenerazione urbana, intesi come processi che devono confrontarsi con dinamiche naturali e antropiche. Particolare attenzione è dunque rivolta agli approcci progettuali, anche innovativi, provenienti dal campo ambientale, dal campo del progetto urbanistico e da quello delle politiche urbane e territoriali. Oltre all’analisi del territorio rurale e periurbano, tecniche relative al trattamento di grandi insiemi di dati, e primi approcci all’applicabilità dei sistemi intelligenti in ambito territoriale vengono indagati alla luce delle nuove tendenze della società digitale in crescita.

L’attività pratica (laboratori) del terzo anno è dedicata alla progettazione ambientale in chiave di sviluppo sostenibile, con l’apporto dei sistemi energetici per il territorio e la comunità e alla pianificazione dei temi del metabolismo urbano.

Il percorso così delineato può poi essere personalizzato con l’apporto di ulteriori attività che approfondiscono competenze utili all’avvio al mondo del lavoro, oltre che attraverso un uso mirato dei crediti a scelta e dell’attività di tirocinio. Il tirocinio, intramoenia o extramoenia, costituisce una componente indispensabile per la finalizzazione del percorso formativo e per la sua proiezione nel mondo del lavoro, offrendo allo studente l’occasione di uscire dallo spazio protetto dell’Università per cimentarsi con un ambiente di lavoro esterno, incontrando una grande varietà di situazioni, attori, temi e pratiche professionali e sociali.

Art. 3

Profilo professionale e sbocchi occupazionali

Profilo generico Pianificatore junior (cfr. DPR 328 del 2001)

Il laureato in Urbanistica Sostenibile – previo superamento dell’Esame di Stato – potrà esercitare la libera professione come pianificatore junior iscritto all’Albo degli architetti, pianificatori paesaggisti e conservatori (sezione B, settore “pianificazione”), o essere occupato come dipendente o collaboratore in uffici pubblici o aziende private dove siano richieste le sue competenze. Responsabile di fasi del processo di pianificazione e/o di specifici prodotti di tipo descrittivo, valutativo e comunicativo nel campo dell’urbanistica, della pianificazione territoriale e ambientale, analista e supporto alla conduzione di processi di pianificazione strategica.
competenze associate alla funzione
in relazione al contesto lavorativo, il pianificatore junior sarà in grado di svolgere con autonomia compiti necessari nei seguenti campi: – indagini e analisi delle strutture urbane, territoriali e ambientali; – controllo di procedure e percorsi amministrativi relativi ad atti e strumenti di governo della città e del territorio – valutazioni di impatto ambientale (VIA) e valutazioni ambientali strategiche (VAS) e, più in generale, applicazione di tecniche per la valutazione di opere pubbliche, programmi e piani relativi al governo e allo sviluppo sostenibile del territorio – elaborazione di rappresentazioni e prodotti comunicativi (cartografia tematica, gis, webgis, pp-gis) necessari per la redazione, il monitoraggio e la valutazione di piani urbanistici o strategici, o a supporto di progetti urbani, piani di settore, programmi di riqualificazione, programmi di sviluppo locale, politiche urbane e territoriali – costruzione e gestione di sistemi informativi territoriali – organizzazione e affiancamento nella gestione di procedure e processi di concertazione e partecipazione – organizzazione di processi, strumenti, mappature e infografiche per la comunicazione delle politiche territoriali nell’ambito di Urban center, laboratori territoriali, sportelli ad hoc, eccetera gestiti da istituzioni pubbliche o da operatori privati.
sbocchi occupazionali
I principali ambiti di occupazione sono le istituzioni, le amministrazioni, gli enti pubblici, privati e del terzo settore operanti per la ricerca, le trasformazioni, il governo della città, del territorio, del paesaggio e dell’ambiente, nonché la libera professione in questi stessi campi di attività. Gli ambiti di azione del laureato in Urbanistica Sostenibile si riferiscono a: pianificazione integrata, urbanistica e progetto ambientale; politiche urbane e gestione dei processi; sviluppo locale, governance multilivello e interazioni con le comunità. Inoltre, le competenze integrate che confluiscono nel campo delle culture digitali legate allo sviluppo territoriale consentiranno al laureato di intraprendere percorsi lavorativi inediti, che ancora in buona parte esulano dall’attuale configurazione prevista dall’ordine professionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, ma che cominciano a fare emergere potenziali ambiti di innovazione e creatività per il pianificatore junior.

Art. 4

Requisiti di ammissione e conoscenze richieste per l’accesso al Corso di Studio[1]

Per l’ammissione al Corso di Studio occorre essere in possesso di un diploma di scuola secondaria di II grado o di altro titolo di studio equipollente conseguito all’estero, riconosciuto idoneo.

Le conoscenze e competenze richieste per l’accesso sono: capacità di comunicare efficacemente, in forma scritta e orale, e di interpretare correttamente il significato di un testo; capacità di ragionamento logico-astratto sia in ambito matematico sia linguistico; capacità di analizzare grafici, disegni e rappresentazioni iconiche; padronanza di nozioni elementari relative alla rappresentazione.

Gli studenti sono quindi sottoposti a una verifica della preparazione individuale, come previsto dagli art. 6, commi 1 e 2, del DM 270/04, attraverso una prova di accesso che, senza ostacolarne l’iscrizione, permetta di individuare gli eventuali debiti formativi.

Le modalità della prova, l’assegnazione di obblighi formativi aggiuntivi (OFA) e le modalità per l’eventuale recupero di debiti formativi sono stabilite di anno in anno nelle forme previste dal regolamento del corso di studi. Gli eventuali OFA devono essere assolti entro il primo anno di corso.

Art. 5

Modalità per l’accesso al Corso di Studio

L’iscrizione al CdS è libera. Gli studenti sono tuttavia sottoposti a una verifica della preparazione individuale, come previsto dagli art. 6, commi 1 e 2, del DM 270/04, attraverso una prova di accesso che, senza ostacolarne l’iscrizione, permetta di individuare eventuali Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA) nei seguenti campi:

  • comprensione verbale
  • logica e matematica
  • comprensione di grafici, disegni e rappresentazioni iconiche
  • rappresentazione

In caso di verifica non positiva dell’adeguata preparazione iniziale la Commissione di Coordinamento Didattico assegna specifici Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA) indicando le modalità di verifica da soddisfare entro il primo anno di corso.

Per l’eventuale recupero di Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA) il CDS organizza apposite attività integrative che lo studente in debito dovrà frequentare nel primo anno, superando una prova finale.

Art. 6

Attività didattiche e Crediti Formativi Universitari

Ogni attività formativa prescritta dall’ordinamento del CdS viene misurata in crediti formativi universitari (CFU). Ogni CFU corrisponde convenzionalmente a 25 ore di impegno formativo complessivo[2] per ciascuno studente e comprende le ore di attività didattica per lo svolgimento dell’insegnamento e le ore riservate allo studio personale o ad altre attività formative di tipo individuale.

Per il Corso di Studio oggetto del presente Regolamento, le ore di attività didattica per lo svolgimento dell’insegnamento per ogni CFU, stabilite in relazione al tipo di attività formativa, sono le seguenti[3]:

  • Lezione frontale o esercitazione: 8 ore per CFU;
  • Seminario: 8 ore per CFU;
  • Attività di laboratorio o di campo: 10 ore per CFU;

Per le attività di Tirocinio, un CFU corrisponde a 25 ore di impegno formativo per ciascuno studente[4].

I CFU corrispondenti a ciascuna attività formativa sono acquisiti dallo studente con il soddisfacimento delle modalità di verifica del profitto (esame, idoneità) indicate nella Schedina relativa all’insegnamento/attività allegata al presente Regolamento.

Art. 7

Articolazione delle modalità di insegnamento

Essendo il Corso di Studio convenzionale, l’attività didattica viene svolta interamente in presenza.

La CCD delibera eventualmente quali insegnamenti prevedono anche attività didattiche offerte on-line.

Alcuni insegnamenti possono svolgersi anche in forma seminariale e/o prevedere esercitazioni in aula, laboratori linguistici ed informatici.

Informazioni dettagliate sulle modalità di svolgimento di ciascun insegnamento sono presenti nelle schede degli insegnamenti.

Art. 8

Prove di verifica delle attività formative[5]

  1. La Commissione di Coordinamento Didattico, nell’ambito dei limiti normativi previsti[6], stabilisce il numero degli esami e le altre modalità di valutazione del profitto che determinano l’acquisizione dei crediti formativi universitari. Gli esami sono individuali e possono consistere in prove scritte, orali, pratiche, grafiche, tesine, colloqui o combinazioni di tali modalità.
  2. Le modalità di svolgimento delle verifiche pubblicate nelle schedine insegnamento e il calendario degli esami saranno resi noti agli studenti prima dell’inizio delle lezioni sul sito web del Dipartimento[7].
  3. Lo svolgimento degli esami è subordinato alla relativa prenotazione che avviene in via telematica. Qualora lo studente non abbia potuto procedere alla prenotazione per ragioni che il Presidente della Commissione considera giustificate, lo studente può essere egualmente ammesso allo svolgimento della prova d’esame, in coda agli altri studenti prenotati.
  4. Prima della prova d’esame, il Presidente della Commissione accerta l’identità dello studente, che è tenuto ad esibire un documento di riconoscimento in corso di validità e munito di fotografia.
  5. La valutazione a seguito di esame è espressa con votazione in trentesimi, l’esame è superato con la votazione minima di diciotto trentesimi, la votazione di trenta trentesimi può essere accompagnata dalla lode per voto unanime della Commissione. La valutazione a seguito di verifiche del profitto diverse dall’esame è espressa con un giudizio di idoneità.
  6. Le prove orali di esame sono pubbliche, nel rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza. Qualora siano previste prove scritte, il candidato ha il diritto di prendere visione del/i proprio/i elaborato/i dopo la correzione.
  7. Le Commissioni d’esame sono disciplinate dal Regolamento Didattico di Ateneo[8].

Art. 9

Struttura del corso e piano degli studi

  1. La durata legale del Corso di Studio è di 3 anni.

Lo studente dovrà acquisire 180 CFU[9], riconducibili alle seguenti Tipologie di Attività Formative (TAF):

A) di base,

B) caratterizzanti,

C) affini o integrative,

D) a scelta dello studente[10],

E) per la prova finale,

F) ulteriori attività formative.

  • La laurea si consegue dopo avere acquisito 180 CFU con il superamento degli esami, in numero non superiore a 20, e lo svolgimento delle altre attività formative.

Fatta salva diversa disposizione dell’ordinamento giuridico degli studi universitari, ai fini del conteggio si considerano gli esami sostenuti nell’ambito delle attività di base, caratterizzanti e affini o integrative nonché nell’ambito delle attività autonomamente scelte dallo studente (TAF D). Gli esami o valutazioni di profitto relativi alle attività autonomamente scelte dallo studente possono essere considerate nel computo complessivo corrispondenti a una unità[11]. Restano escluse dal conteggio le prove che costituiscono un accertamento di idoneità relativamente alle attività di cui all’Art. 10 comma 5 lettere c), d) ed e) del D.M. 270/2004[12]. Gli insegnamenti integrati, composti da due o più moduli, prevedono un’unica prova di verifica.

  • Per acquisire i CFU relativi alle attività a scelta autonoma, lo studente ha libertà di scelta tra tutti gli insegnamenti attivati presso l’Ateneo, purché coerenti con il progetto formativo. Tale coerenza viene valutata dalla Commissione di Coordinamento Didattico del CdS. Anche per l’acquisizione dei CFU relativi alle attività a scelta autonoma è richiesto il “superamento dell’esame o di altra forma di verifica del profitto” (Art. 5, c. 4 del D.M. 270/2004).
  • Il piano di studi sintetizza la struttura del corso elencando gli insegnamenti previsti suddivisi per anno di corso ed eventualmente per curriculum. Alla fine della tabella del piano di studi sono elencate le propedeuticità previste dal Corso di Studio. Il piano degli studi offerto agli studenti, con l’indicazione dei settori scientifico-disciplinari e dell’ambito di afferenza, dei crediti, della tipologia di attività didattica è riportato nell’Allegato 1 al presente Regolamento.
  • Ai sensi dell’Art. 11, c. 4-bis del DM 270/2004, è possibile conseguire il titolo secondo un piano di studi individuale comprendente anche attività formative diverse da quelle previste dal Regolamento didattico, purché in coerenza con l’Ordinamento didattico del Corso di Studio dell’anno accademico di immatricolazione. Il Piano di Studi individuale è approvato dalla CCD.

Art. 10

Obblighi di frequenza[13]

  1. In generale, la frequenza alle lezioni frontali è obbligatoria per gli insegnamenti di Laboratorio, è fortemente consigliata in tutti gli altri corsi. Resta fermo l’obbligo di presenza, non inferiore al 70% per le attività di laboratorio.

In caso di singoli insegnamenti con frequenza obbligatoria, tale opzione è indicata nella relativa Schedina insegnamento/attività disponibile nell’Allegato 2.

  • Qualora il docente preveda una modulazione del programma diversa tra studenti frequentanti e non frequentanti, questa è indicata nella singola Scheda Insegnamento pubblicata sulla pagina web del corso e sul sito docentiUniNA.
  • La frequenza alle attività seminariali che attribuiscono crediti formativi è obbligatoria. Le relative modalità di verifica del profitto per l’attribuzione di CFU è compito della CCD.

Art. 11

Propedeuticità e conoscenze pregresse

  1. L’elenco delle propedeuticità in ingresso (necessarie per sostenere un determinato esame) e in uscita è riportato alla fine dell’Allegato 1 e nella Schedina insegnamento/attività (Allegato 2).
  2. Le eventuali conoscenze pregresse ritenute necessarie sono indicate nella singola Scheda Insegnamento pubblicata sulla pagina web del corso e sul sito docentiUniNA.

Art. 12

Calendario didattico del CdS

Il calendario didattico del CdS viene reso disponibile sul sito web del Dipartimento con congruo anticipo rispetto all’inizio delle attività (Art. 21, c. 5 del RDA).

Art. 13

Criteri per il riconoscimento dei crediti acquisiti in altri Corsi di Studio
della stessa Classe
[14]

Per gli studenti provenienti da Corsi di Studio della stessa Classe la Commissione di Coordinamento Didattico assicura il riconoscimento dei CFU, ove associati ad attività culturalmente compatibili con il percorso formativo, acquisiti dallo studente presso il Corso di Studio di provenienza, secondo i criteri di cui al successivo articolo 14. Il mancato riconoscimento di crediti formativi universitari deve essere adeguatamente motivato. Resta fermo che la quota di crediti formativi universitari relativi al medesimo settore scientifico-disciplinare direttamente riconosciuti allo studente, non può essere inferiore al 50% di quelli già conseguiti.

Art. 14

Criteri per il riconoscimento dei crediti acquisiti in Corsi di Studio di diversa Classe, in corsi di studio universitari o di livello universitario, attraverso corsi singoli, presso Università telematiche e in Corsi di Studio internazionali[15]; criteri per il riconoscimento di CFU per attività extra-curriculari

  1. Il riconoscimento dei crediti acquisiti in Corsi di Studio di diversa Classe, in Corsi di studio universitari o di livello universitario, attraverso corsi singoli, presso Università telematiche e in Corsi di Studio internazionali, avviene ad opera della CCD, sulla base dei seguenti criteri:
  2. analisi del programma svolto;
  3. valutazione della congruità dei settori scientifico disciplinari e dei contenuti delle attività formative in cui lo studente ha maturato i crediti con gli obiettivi formativi specifici del Corso di Studio e delle singole attività formative da riconoscere, perseguendo comunque la finalità di mobilità degli studenti.

Il riconoscimento è effettuato fino a concorrenza dei crediti formativi universitari previsti dall’ordinamento didattico del Corso di Studio. Il mancato riconoscimento di crediti formativi universitari deve essere adeguatamente motivato. Ai sensi dell’Art. 5, comma 5-bis, del D.M. 270/2004, è possibile altresì l’acquisizione di crediti formativi presso altri atenei italiani sulla base di convenzioni stipulate tra le istituzioni interessate, ai sensi della normativa vigente[16].

  • L’eventuale riconoscimento di CFU relativi ad esami superati come corsi singoli potrà avvenire entro il limite di 36 CFU, ad istanza dell’interessato e in seguito all’approvazione della CCD. Il riconoscimento non potrà concorrere alla riduzione della durata legale del Corso di Studio, così come determinata dall’Art. 8, c. 2 del D.M. 270/2004, fatta eccezione per gli studenti che si iscrivono essendo già in possesso di un titolo di studio di pari livello[17].
  • Relativamente ai criteri per il riconoscimento di CFU per attività extra-curriculari, ai sensi dell’Art. 3, comma 2, del D.M. 931/2024, entro un limite massimo di 48 CFU (Corsi di Laurea e Corsi di Laurea Magistrale a ciclo unico) e 24 CFU (Corsi di Laurea Magistrale), possono essere riconosciute le seguenti attività (Art. 2 del D.M. 931/2024):

conoscenze e abilità professionali, certificate ai sensi della normativa vigente, nonché altre conoscenze e abilità maturate in attività formative di livello post-secondario;

attività formative svolte nei cicli di studio presso gli istituti di formazione della pubblica amministrazione, nonché altre conoscenze e abilità maturate in attività formative di livello post-secondario alla cui progettazione e realizzazione abbia concorso l’Università;

conseguimento da parte dello studente di medaglia olimpica o paralimpica ovvero del titolo di campione mondiale assoluto, campione europeo assoluto o campione italiano assoluto nelle discipline riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano o dal Comitato italiano paralimpico.

Art. 15

Criteri per l’iscrizione a corsi singoli di insegnamento attivati nell’ambito dei Corsi di Studio

L’iscrizione a singoli corsi di insegnamento, previsti dal Regolamento di Ateneo[18], è disciplinata dal “Regolamento di Ateneo per l’iscrizione a corsi singoli di insegnamento attivati nell’ambito dei Corsi di Studio”[19].

Art. 16

Caratteristiche e modalità di svolgimento della prova finale

Per concludere il percorso, lo studente dovrà discutere un elaborato (testo scritto, simulazione di elaborati di tipo tecnico, prodotto di tipo digitale) sviluppato con la guida di un docente e di eventuali tecnici o esperti esterni.

L’elaborato deve dare conto della formazione complessiva acquisita lungo i tre anni del percorso formativo, integrando i risultati già raggiunti in sede di singoli esami con l’approfondimento di una tematica a scelta del laureando.

Non è obbligatorio ma è fortemente consigliato e incentivato un collegamento tra attività svolta nell’ambito del tirocinio pre-laurea curricolare e prova finale.

La prova finale è considerata una significativa esperienza formativa dal punto di vista della capacità di selezione di temi rilevanti, dell’organizzazione dei materiali e della capacità di comunicazione pubblica.

Il prodotto presentato per la prova finale può essere un elaborato grafico (mappe, infografiche); un testo scritto e disegnato, relativo a temi e problemi propri del campo di studi o a specifici casi-studio; una elaborazione di dati attraverso l’uso di sistemi informativi territoriali GIS; una sperimentazione di tecniche di indagine innovative qualitative o quantitative. Il lavoro viene presentato dallo studente – eventualmente anche con l’uso di una presentazione o di video – alla commissione di laurea e discusso dai docenti della commissione, costituita ai sensi del RDA.

Potranno inoltre essere invitati alla discussione – come membri esterni alla commissione – tecnici, professionisti o altri esperti che operano nella Pubblica Amministrazione, nel mondo delle professioni o nelle organizzazioni sociali intermedie.

Art. 17

Linee guida per le attività di tirocinio e stage

  1. Gli studenti iscritti al CdS possono decidere di effettuare attività di tirocinio o stage formativi presso Enti o Aziende convenzionati con l’Ateneo. Le attività di tirocinio e stage sono obbligatorie, e concorrono all’attribuzione di crediti formativi per le Altre attività formative a scelta dello studente inserite nel piano di studi, così come previsto dall’Art. 10, comma 5, lettere d ed e, del D.M. 270/2004[20].
  2. Le modalità di svolgimento e le caratteristiche di tirocini e stage sono disciplinate dalla CCD con un apposito regolamento.
  3. L’Università degli Studi di Napoli Federico II, attraverso i servizi di orientamento in uscita offerti per i laureati, e la rete di stakeholder dei CdS del DiARC, assicura un costante contatto con il mondo del lavoro, per offrire a studenti e laureati dell’Ateneo concrete opportunità di tirocini e stage e favorirne l’inserimento professionale.

Art. 18

Decadenza dalla qualità di studente[21]

Incorre nella decadenza lo studente che non abbia sostenuto esami per otto anni accademici consecutivi, a meno che il suo contratto non stabilisca condizioni diverse. In ogni caso, la decadenza va comunicata allo studente a mezzo posta elettronica certificata o altro mezzo idoneo che ne attesti la ricezione.

Art. 19

Compiti didattici, comprese le attività didattiche integrative, di orientamento e di tutorato

  1. I docenti e ricercatori svolgono il carico didattico assegnato secondo quanto disposto dal Regolamento didattico di Ateneo e nel Regolamento sui compiti didattici e di servizio agli studenti dei professori e ricercatori e sulle modalità per l’autocertificazione e la verifica dell’effettivo svolgimento[22].
  2. Docenti e ricercatori devono garantire almeno due ore di ricevimento ogni 15 giorni (o per appuntamento in ogni caso concesso non oltre i 15 giorni) e comunque garantire la reperibilità via posta elettronica.
  3. Il servizio di tutorato ha il compito di orientare e assistere gli studenti lungo tutto il corso degli studi e di rimuovere gli ostacoli che impediscono di trarre adeguato giovamento dalla frequenza dei corsi, anche attraverso iniziative rapportate alle necessità e alle attitudini dei singoli.
  4. L’Università assicura servizi e attività di orientamento, di tutorato e assistenza per l’accoglienza e il sostegno degli studenti. Tali attività sono organizzate dalle Scuole e/o dai Dipartimenti con il coordinamento dell’Ateneo, secondo quanto stabilito dal RDA nell’articolo 8.

Art. 20

Valutazione della qualità delle attività svolte

  1. La Commissione di Coordinamento Didattico attua tutte le forme di valutazione della qualità delle attività didattiche previste dalla normativa vigente secondo le indicazioni fornite dal Presidio della Qualità di Ateneo.
  2. Al fine di garantire agli studenti del Corso di Studio la qualità della didattica nonché di individuare le esigenze degli studenti e di tutte le parti interessate, l’Università degli Studi di Napoli Federico II si avvale del sistema di Assicurazione Qualità (AQ)[23], sviluppato in conformità al documento “Autovalutazione, Valutazione e Accreditamento del Sistema Universitario Italiano” dell’ANVUR, utilizzando:
  3. indagini sul grado di inserimento dei laureati nel mondo del lavoro e sulle esigenze post–lauream;
  4. dati estratti dalla somministrazione del questionario per la valutazione della soddisfazione degli studenti per ciascun insegnamento presente nel piano di studi, con domande relative alle modalità di svolgimento del corso, al materiale didattico, ai supporti didattici, all’organizzazione, alle strutture.

I requisiti derivanti dall’analisi dei dati sulla soddisfazione degli studenti, discussi e analizzati dalla Commissione di Coordinamento Didattico e dalla Commissione Paritetica Docenti Studenti (CPDS), sono inseriti fra i dati di ingresso nel processo di progettazione del servizio e/o fra gli obiettivi della qualità.

  •  L’organizzazione dell’AQ sviluppata dall’Ateneo realizza un processo di miglioramento continuo degli obiettivi e degli strumenti adeguati per raggiungerli, facendo in modo che in tutte le strutture siano attivati processi di pianificazione, monitoraggio e autovalutazione che consentano la pronta rilevazione dei problemi, il loro adeguato approfondimento e l’impostazione di possibili soluzioni.

Art. 21

Norme finali

  1. Il Consiglio di Dipartimento, su proposta della Commissione di Coordinamento Didattico, sottopone all’esame del Senato Accademico eventuali proposte di modifica e/o integrazione del presente Regolamento.

Art. 22

Pubblicità ed entrata in vigore

  1. Il presente Regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione all’Albo ufficiale dell’Università; è inoltre pubblicato sul sito d’Ateneo. Le stesse forme e modalità di pubblicità sono utilizzate per le successive modifiche e integrazioni.
  2. Sono parte integrante del presente Regolamento l’Allegato 1 (Struttura CdS) e l’Allegato 2 (Schedina insegnamento/attività).

[1] Artt. 7, 13, 14 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[2] Secondo l’Art. 5, c. 1 del DM 270/2004 “Al credito formativo universitario corrispondono 25 ore di impegno complessivo per studente; con decreto ministeriale si possono motivatamente determinare variazioni in aumento o in diminuzione delle predette ore per singole classi, entro il limite del 20 per cento”.

[3] Il numero di ore tiene conto delle indicazioni presenti nell’Art. 6, c. 5 del RDA: “Per ogni CFU, delle 25 ore complessive, la quota da riservare alle attività per lo svolgimento dell’insegnamento deve essere: a) compresa tra le 5 e le 10 ore per le lezioni e le esercitazioni; b) compresa tra le 5 e le 10 ore per le attività seminariali; c) compresa tra le 8 e le 12 ore per le attività di laboratorio o attività di campo. Sono, in ogni caso, fatti salvi in cui siano previste attività formative ad elevato contenuto sperimentale o pratico, diverse disposizioni di Legge o diverse determinazioni previste dai DD.MM.”.

[4] Per l’attività di Tirocinio (DM interministeriale 142/1998), fatte salve ulteriori specifiche disposizioni, il numero di ore di lavoro pari a 1 CFU non possono essere inferiori a 25.

[5] Art. 22 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[6] Ai sensi dei DD.MM. 16.3.2007 in ciascun Corso di Studio gli esami o prove di profitto previsti non possono essere più di 20 (lauree; Art. 4. c. 2), 12 (lauree magistrali; Art. 4, c. 2), 30 (lauree a ciclo unico quinquennali) o 36 (lauree a ciclo unico sessennali; Art. 4 c. 3). Ai sensi del Regolamento Didattico di Ateneo, Art. 13 c. 4, per i Corsi di Laurea, “restano escluse dal conteggio le prove che costituiscono un accertamento di idoneità relativamente alle attività di cui all’Art. 10 c. 5 lettere c), d) ed e) del D.M. n. 270/2004 ivi compresa la prova finale per il conseguimento del titolo di studio”. Per i Corsi di Laurea Magistrale e Magistrale a ciclo unico, invece, ai sensi del Regolamento Didattico di Ateneo, Art. 14 c. 7, “restano escluse dal conteggio degli esami le prove che costituiscono un accertamento di profitto relativamente alle attività di cui all’Art. 10 c. 5 lettere d) ed e) del D.M. n. 270/2004; l’esame finale per il conseguimento della Laurea Magistrale e Magistrale a ciclo unico rientra nel computo del numero massimo di esami”.

[7] Si richiama l’Art. 22 c. 8 del RDA in base al quale “il Dipartimento o la Scuola cura che le date per le verifiche di profitto siano pubblicate sul portale con congruo anticipo che di norma non può essere inferiore a 60 giorni prima dell’inizio di ciascun periodo didattico e che sia previsto un adeguato periodo di tempo per l’iscrizione all’esame che deve essere di norma obbligatoria”.

[8] Si richiama l’Art. 22, c. 4 del RDA in base al quale “le Commissioni di esame e delle altre verifiche di profitto sono nominate dal Direttore del Dipartimento o dal Presidente della Scuola quando previsto dal Regolamento della stessa. È possibile delegare tale funzione al Coordinatore della CCD. Le Commissioni sono composte dal Presidente ed eventualmente da altri docenti o cultori della materia. Per gli insegnamenti attivi, il Presidente è il titolare dell’insegnamento ed in tal caso la Commissione delibera validamente anche in presenza del solo Presidente. Negli altri casi, il Presidente è un docente individuato all’atto della nomina della Commissione. Alla valutazione collegiale complessiva del profitto a conclusione di un insegnamento integrato partecipano i docenti titolari dei moduli coordinati e il Presidente è individuato all’atto della nomina della Commissione”.

[9] Il numero complessivo di CFU per l’acquisizione del relativo titolo deve essere così inteso: laurea a ciclo unico sessennale, 360 CFU; laurea a ciclo unico quinquennale, 300 CFU; laurea triennale, 180 CFU; laurea magistrale, 120 CFU.

[10] Corrispondenti ad almeno 12 CFU per le lauree triennali e ad almeno 8 CFU per le lauree magistrali (Art. 4, c. 3 del D.M. 16.3.2007).

[11] Art. 4, c. 2 dell’Allegato 1 al D.M. 386/2007.

[12] Art. 10, c. 5 del D.M. 270/2004: “Oltre alle attività formative qualificanti, come previsto ai commi 1, 2 e 3, i Corsi di Studio dovranno prevedere: a) attività formative autonomamente scelte dallo studente purché coerenti con il progetto formativo [TAF D];  b) attività formative in uno o più ambiti disciplinari affini o integrativi a quelli di base e caratterizzanti, anche con riguardo alle culture di contesto e alla formazione interdisciplinare [TAF C]; c) attività formative relative alla preparazione della prova finale per il conseguimento del titolo di studio e, con riferimento alla laurea, alla verifica della conoscenza di almeno una lingua straniera oltre l’italiano [TAF E]; d) attività formative, non previste dalle lettere precedenti, volte ad acquisire ulteriori conoscenze linguistiche, nonché abilità informatiche e telematiche, relazionali, o comunque utili per l’inserimento nel mondo del lavoro, nonché attività formative volte ad agevolare le scelte professionali, mediante la conoscenza diretta del settore lavorativo cui il titolo di studio può dare accesso, tra cui, in particolare, i tirocini formativi e di orientamento di cui al decreto 25 marzo 1998, n. 142, del Ministero del lavoro [TAF F]; e) nell’ipotesi di cui all’articolo 3, comma 5, attività formative relative agli stages e ai tirocini formativi presso imprese, amministrazioni pubbliche, enti pubblici o privati ivi compresi quelli del terzo settore, ordini e collegi professionali, sulla base di apposite convenzioni”.

[13] Art. 22, c. 10 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[14] Art. 19 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[15] Art. 19 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[16] Art. 6, c. 9 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[17] Art. 19, c. 4 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[18] Art. 19, c. 4 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[19] D.R. n. 348/2021.

[20] I tirocini ex lettera d possono essere sia interni che esterni; tirocini e stage ex lettera e possono essere solo esterni.

[21] Art. 24, c. 5 del Regolamento Didattico di Ateneo.

[22] D.R. n. 2482//2020.

[23] Il sistema di Assicurazione Qualità, basato su un approccio per processi e adeguatamente documentato, è progettato in maniera tale da identificare le esigenze degli studenti e di tutte le parti interessate, per poi tradurle in requisiti che l’offerta formativa deve rispettare.